Doppio malto, triplo malto & co.

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Doppio malto, triplo malto & co.

Doppio malto, triplo malto & co.
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Se c’è un’espressione molto usata in Italia quando si ordina una birra ma che in realtà non vuol dire nulla questa è “Doppio Malto”.

La birra doppio malto non esiste!

Questa espressione infelice venne usata decine di anni fa per catalogare le birre il cui mosto aveva una concentrazione di zuccheri superiore ad un determinato valore: al di là di questo, l’espressione in sé è priva di significato.

L’espressione infatti non dà informazioni in merito alla dolcezza o amarezza della birra, non fornisce informazioni sul colore né sulla regione di provenienza.

Se invece chiediamo al publican una Dubbel, facciamo riferimento ad uno stile con delle caratteristiche specifiche: colore ambrato scuro o marrone, profumo tostato di malti torrefatti, gusto fruttato dato dal lievito.

Peggio che l’espressione “Doppio Malto” c’è solo l’espressione “triplo Malto“.

La si usa infatti spesso ed erroneamente facendo riferimento alle Tripel che invece hanno caratteristiche specifiche e ben definite.
Con “birra triplo malto” il più delle volte si intende indicare un prodotto con una gradazione alcolica superiore ad otto gradi, il che non ha alcun senso.

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